Il Design Italiano: Characterizing the tradition that is inherent

by Tonino PARIS

Grandi maestri hanno contribuito all’affermazione del Design italiano nel mondo, e hanno grandemente contribuito allo sviluppo industriale, sia con il loro patrimonio di conoscenze e competenze tecniche, sia con le loro straordinarie capacità creative.

È il Design il principale fattore dell’affermazione del Made in Italy caratterizzato dall’incontro della capacità di alcuni imprenditori con quella dei designer che, attraverso intuizioni individuali, hanno avviato attività fortunate, dando forza all’originale e particolare struttura produttiva italiana, quella della Piccola e Media Impresa. Pur nell’assenza di adeguate e specifiche politiche industriali e di sostegno alla ricerca, esso ha fornito una straordinaria varietà di progetti e prodotti innovativi che, rivolti alle esigenze dell’individuo e della collettività, hanno avuto la capacità di inserirsi nei più svariati contesti sociali ed economici, in tutto il mondo. Il design italiano e la sua struttura produttiva sono così diventati punto di riferimento di vasti strati di consume internazionale e di articolati interessi economici, professionali e culturali.

Il Design italiano oggi ha straordinariamente ampliato il suo campo di applicazione tanto da investire la vita dell’uomo, nelle sue varie declinazioni.

Oggi oltre che sugli oggetti tecnici, ovvero sui prodotti materiali presenti e visibili nel paesaggio artificiale che costituisce lo scenario della nostra vita quotidiana, dallo spazio domestico ai luoghi del lavoro o allo spazio urbano dove si svolge la nostra mobilità, l’innovazione tecnologica incide sullo sviluppo di prodotti immateriali, intervenendo direttamente sul nostro corpo attraverso variazioni biologiche, o introducendo prodotti artificiali con prestazioni estranee al nostro apparato sensoriale per arricchirlo di nuovi attributi.

Nuove tecnologie rendono “intelligenti” i prodotti artificiali per farli interagire e dialogare con l’uomo, per interpretarne l’umore, per ascoltarlo a distanza, per sollecitarne il benessere o per farsi da tramite fra uomo e uomo.

Nuove tecnologie consentono non solo di prolungare all’esterno del nostro corpo organi artificiali, ma di integrare direttamente nel nostro corpo nuove funzioni, come guardare al buio, parlare ed ascoltare nell’acqua o a distanza, vedere oltre la dimensione reale.

Si ripropone una condizione dell’uomo e dei suoi rapporti con la scienza e le nuove applicazioni tecnologiche non nuova, ma mai come oggi le potenzialità dell’innovazione tecnologica ci spingono a superare ogni limite immaginato.

È ormai diffusa una percezione del Design italiano nuova, come un sistema policentrico, espressione di una rete articolata e diffusa in tutto il paese. Il nuovo Design italiano, infatti, non è più espressione unitaria univoca ma poliedrica, multiforme, espressione di differenti peculiarità e vocazioni dislocate sull’intero territorio nazionale.

Si fa Design, nella sua espressione più efficace di prodotto ad altissimi contenuti estetici e tecnologici, a Maranello in quello straordinario laboratorio che è la Ferrari, come anche in tutto il Distretto Motoristico di Bologna. Si fa Design a Trieste, nei cantieri navali della Fincantieri per il varo dei grandi transatlantici ordinati dagli armatori di tutto il mondo o nei distretti della nautica (Gruppo Ferretti ad Ancona, Forlì, Torre Annunziata, Fano, Cattolica, La Spezia, Sarnico; Gruppo Rizzardi a Fiumicino,  Sabaudia a Gaeta a Posillipo, Gruppo Aicon a Messina).

Si fa Design nel Centro Ricerche di Indesit Group per l’importante settore degli elettrodomestici – che ha fatto la storia stessa del design italiano – e in tutto il Distretto della Meccanica di Fabriano e a Jesi, dove esistono assolute eccellenze come Elica Group.

Si fa Design nei distretti manifatturieri del Nord|Est – come quello della Meccanica e della subfornitura – dove delle PMI sono leader nel mondo per la produzione di macchine utensili per il settore tessile o per la meccanica di precisione.

Si fa Design intorno agli avanzatissimi laboratori di ricerca sulle nanotecnologie per le applicazioni dell’innovazione nell’infinitesimamente piccolo nel Veneto (Veneto Nanotech), così come in Puglia, a Lecce, e in Emilia Romagna, a Modena. Si fa Design nella costellazione ASI e Alenia intorno alla quale sono cresciuti i Distretti dell’Aeronautica e dell’Aerospazio nel Lazio, oltre a quello interregionale del Piemonte e della Campania. Si fa Design nel distretto dell’Audiovisivo, che ha trovato a Roma una storia di eccellenza sulla quale pore le basi per una ricerca sempre più avanzata.

Si fa Design a Roma nei settori dell’allestimento, della scenografia e dei costumi, in continuità con una tradizione che in questo settore ha, e ha avuto, riconoscimenti internazionali – come testimoniano i numerosi premi Oscar.

Si fa Design nel fashion non solo a Roma, a Firenze e a Milano, ma ormai in tutto il territorio nazionale dove accanto ai grandi e storici maestri come Valentino, Capucci, Armani, Versace, Ferragamo, Biagiotti, Prada, Missoni ecc, non solo è viva e produttiva una rete di numerosi ed affermati atelier, ma è attivo uno dei sistemi d’innovazione di processo, oltre che di prodotto, fra i più significativi al mondo.

Così come si fa Design in tutti quei Distretti più tipici del Made in Italy, dal tessile di Prato alla ceramica di Sassuolo e di Civita Castellana, dal conciario di Solfora al calzaturiero di Fermo e della Valle del Brenta, dal distretto dell’occhiale a quello della calzatura sportiva nel Triveneto, solo per citarne alcuni e sapendo di omettere tante altre esperienze di assoluto interesse.

Penso, quindi, che per comprendere la cultura del Design italiano in tutte le sue più contemporanee declinazioni, si debba guardare alla complessa rete de gli attori dell’innovazione: di quanti cioè hanno la capacità di analizzare i fenomeni del e intorno al Design, oltre quella concezione stucchevole e patinata di una nozione di Made in Italy fin troppo consumata; di quanti hanno la capacità di promuovere una nozione di design oltre l’ambito tradizionale, verso nuovi statute disciplinari che assegnano al Design il compito di progettare l’artificiale, tutto l’artificiale sia materiale che immateriale. Si debba guardare inoltre, al complesso sistema di iniziative che nel nostro Paese si producono anche spontaneamente, fuori da quei circuiti spesso troppo autoreferenziali, per esplorare e promuovere anche quei piccoli e grandi fenomeni che, esplosi come manifestazioni creative, hanno via via generato nuovi mestieri capaci di trasformare in prodotti e servizi i nuovi bisogni. Come a Palermo ad esempio, che – come esito di un lungo calendario di iniziative una per tutte ha organizzato una settimana dedicata al Design delle “ Luminarie”.

Come a Roma, dove la cultura del Design viene promossa da anni dalla Rivista “Disegno Industriale”, che ha specifici spazi di approfondimento sui temi dell’innovazione e della ricerca o sulle caratteristiche di specifici prodotti di design o sulle peculiarità aziende o sul lavoro di designer, con contributi nazionali ed internazionali di una rete aperta al confronto dialettico; e dove – attraverso la Sapienza – promuove con l manifestazione Week Roma Design Più, la ricerca e la sperimentazione internazionale del design attraverso mostre di progetti e prototipi, piuttosto che prodotti, ad integrazione di altre importantissime manifestazione italiane che promuovono invece la produzione. Quanto accaduto nella Capitale, tra l’altro, è lo specchio di molte altre realtà (penso all’effimero evento dell’Estate Romana, che ha generato la grande impresa culturale di soggetti pubblici e private come Zètema, Enzimi, MaXXI, Macro, Città della Musica, Festa del Cinema, e la stessa Week Rd+ ). Ne sono testimonianza tutte le altre iniziative che arricchiscono ogni anno gli appuntamenti nell’area del design, come da tempo si fa a Genova con l’importante mostra Me-design, dedicate al design del Mediterraneo o a Bolzano, con le tante mostre e convegni o a Venezia che alla tradizionale vocazione storica e museologia, affianca oggi iniziative sull’innovazione del design per l’ambiente, l’energia e le nuove tecnologie. O come  a Torino che, dopo la positiva esperienza della Mostra “Piemonte design Torino”, ha organizzato – come Capitale Europea del Design – numerose iniziative promosse da tutta la rete nazionale del Design.

Penso infine, che si debba cogliere l’importante funzione del sistema formative nazionale, che nel settore del Design si è arricchito di offerte da quando, a metà degli anni novanta, accanto a meritorie scuole private è stata organizzata la formazione nell’area del Design nel sistema universitario nazionale: Corsi di laurea triennali, lauree specialistiche, Master, Dottorati. Una realtà che negli ultimi anni si è sempre più consolidate (da Milano a Genova e a Torino, da Bolzano a Venezia, da Firenze a Roma, da Camerino a Bari, da Napoli a Palermo) immettendo nell’Università una grande spinta innovatrice: ordinamenti nuovi, svincolati dalle tradizionali sclerotizzazioni disciplinari, basate sulla forte integrazione fra le pratiche del conoscere e le pratiche del comprendere, fra le pratiche del saper fare e dell’immaginare. Nuovi profili per espressioni progettuali e professionali in grado di competere nella scena internazionale sono oggi disponibili per il sistema produttivo del Paese. L’area formativa del Design, infatti, copre ormai un ampio spettro di ambiti tematici, che dipendono dalla natura sempre più complessa dei fatti produttivi. La figura del progettista del prodotto industriale, infatti, si è molto articolata: non riguarda più la sola cura dell’estetica di un prodotto, ma profili tematici sempre più specialistici. Si spazia dalla progettazione dei beni materiali, delle infrastrutture e dei servizi a quella dei beni immateriali. Si va dalla progettazione per l’ambiente, alla progettazione sempre più sofisticata della comunicazione e dell’interazione. Del resto il prodotto industriale, con l’introduzione della microelettronica e con la diffusione dell’informatica, della telematica, della robotica, delle nanotecnologie e dei nuovi materiali, si è arricchito di contenuti prestazionali e comunicativi che richiedono una molteplicità di competenze, tali da provocare una sistematica revisione delle stesse metodologie progettuali e produttive. Si tratta di una straordinaria esperienza che via via ha visto proporre Corsi di laurea di Design che, mettendo a sistema l’integrazione di competenze provenienti da diverse aree, ha gestito profile formativi innovativi, sviluppando nuove potenzialità culturali: con i contribute di competenze presenti nelle Facoltà di Architettura, di Scienze della Comunicazione, dell’area della Storia dell’Arte Contemporanea e delle Scienze dello Spettacolo, fino ai contributi scientifici per la gestione dell’innovazione di processo e di prodotto delle Facoltà di Ingegneria ed Economia.

Insomma, il design in Italia attraversa una rete di Università, di professionisti, di aziende, di centri di ricerca, un complesso sistema che fornisce cultura e servizi sempre più alti, le cui esperienze formative, la cui attività di ricerca, la cui capacità produttiva e i cui rapporti internazionali, sono ormai un patrimonio italiano.


About the Author

Tonino-Paris

For the Rome University La Sapienza, Tonino Paris serves as professor of design, scientific coordinator of design, director of “Product Design”, technical manager of the Design Factory Workshop, a structure that provides research, experimentation and projects in design. He is also the director of the magazine DIID (disegno industrial / industrua design), which he founded in 2002. He is the director of the ““Callimaco” and “Research and Study” for the publisher Gangemi, the technical coordinator for the Italian Consul of Design for the Minister of Cultural Activities. As editorial director for Rdesignpress, he is also the technical manager and art director of Week Roma Design Più, which he created and edited. Amongst his many books and publications, the following are the most noted: Were Design Grows Up (Rdesignpress, Roma , 2010); Designer after school_work in progress (Rdesignpress, Roma, 2008); 09young design (Rdesignpress, Roma, 2009); Designer’s_exibit, product, graphic, fashion and food (Rdesignpress, Roma, 2009); Disegno industriale in the Enciclopedia della scienza e della tecnica(Istituto Italiano Treccani, 2008).